"La Francia ha superato l'Italia nell'export di vino di
4 miliardi nel 2023. La differenza è il prezzo medio del vino (9,39 euro al litro contro 3,65). L'enoturismo e la vendita diretta diventano cruciali per riprenderci il primato".
La Francia, in questi ultimi anni, si conferma costantemente davanti all’Italia nell’export di vino, con un impressionante fatturato di 12,2 miliardi di euro nel 2022 e 12 miliardi nel 2023. L’Italia, invece, ha raggiunto 7,87 miliardi nel 2022 e 7,77 nel 2023. Questa disparità, seppur notevole, non deve essere né sottovalutata né tanto meno accettata a priori.
Non è solo una questione di numeri, infatti, ma di profonde differenze tra noi e i nostri vicini francesi nella vendita di vino verso l’estero.
Esaminando da vicino i dati del 2023, ad esempio, emergono alcuni punti cruciali. Sul podio dei paesi verso i quali esportano vini Francia e Italia, figurano gli stessi nomi: Stati Uniti, Regno Unito e Germania e con numeri perlopiù simili (Fonte: Osservatorio Spagnolo del Mondo del Vino).
Perciò dove si crea questa grande differenza di numeri?
La risposta si trova nel prezzo medio al litro del vino francese esportato all’estero: 9,39, contro i 3,65 euro del vino italiano nel 2023
Un solo nome basta a spiegare tutto questo: “Champagne”. Un prodotto riconosciuto in tutto il mondo, che contribuisce ad aumentare il prezzo medio al litro di vino esportato.
Ma esso non rappresenta che il simbolo di una situazione più ampia.
Seppur la Francia abbia meno vitigni e denominazioni particolari dell’Italia, infatti, ha saputo promuovere i propri prodotti in modo capillare ed efficace, riuscendo ad aumentare costantemente il prezzo delle proprie bottiglie.
Quando si parla del rapporto tra vino, export e turismo, tuttavia, ci sono altri fenomeni che devono essere considerati, specialmente se si guarda al futuro del settore: ovvero la crescita dell’enoturismo in Europa e in Italia.
Milioni di turisti ogni anno visitano l’Italia avendo come principale motivazione il desiderio di visitare le sue cantine e degustare i suoi vini. Si parla di 14 milioni nel 2023. Questo fenomeno offre una grande opportunità di sviluppo sia per le grandi che per le piccole cantine.
Le nostre innumerevoli denominazioni e vitigni raccontano molte storie diverse, località e peculiarità, che non aspettano altro che essere condivise ed esportate
La soluzione è ovvia: aprirsi capillarmente alla vendita all’estero, utilizzando strumenti che sono già in possesso della cantina. Visite, degustazioni e rapporto produttore-consumatore, soprattutto nella vendita, non sono elementi secondari, ma hanno delle potenzialità immense.
Il canale di vendita diretta, infatti, oltre ad essere fondamentale per rendere le nostre cantine e i nostri vini ancora più noti ed apprezzati, è anche complementare ad altri canali, come gli importatori.
Rendere i propri prodotti noti e riconosciuti in tutto il mondo, come ci insegnano i nostri cugini d’Oltralpe, non crea né ostacoli né conflitti d’interesse, ma valore per tutto il nostro settore vinicolo.
Fonti: Osservatorio spagnolo del mondo del vino, Osservatorio Uiv, Ismea e Vinitaly, Business France.